Neri si nasce Bianchi si muore

Regia di  Valerio Gatto Bonanni e Gianluca Riggi
con la partecipazione di Flavio Ciancio
Emilie Sow, Easther Oregbeomwen, John Chinedu, Edilson Araujo, Mohamed Kamara, Simo El Idrissi

aiuto regia e scene Federica Fiorenza
preparazione attoriale Flavio Ciancio
produzione SemiVolanti
in collaborazione con Fondazione RomaEuropa, Teatro Furio Camillo, Centro Arci Malafronte
con il patrocinio di Ministero degli Affari Esteri, Assobotteghe

In una scuola materna del quartiere di San Salvario, a Torino, le maestre hanno deciso un giorno di preparare il couscous. Hanno cercato la ricetta “originale” per cucinarlo secondo la tradizione.

I bambini erano contenti. Poi una maestra ha chiesto a un piccolo marocchino:
“Ti piace?”
“Si”
“E’ come quello che fa tua mamma?”
“Quello di mia mamma è più buono perché mette uno strato di couscous e uno di tortellini, uno di couscous…”
(Marco Aime, Eccessi di culture)

Cos’è la Cultura oggi? Un insieme di regole e tradizioni che organizzano la società e le nostre vite? Un’ideologia che determina la nostra identità nazionale? Chi è lo straniero? Un intruso, un senza patria, un povero, una persona dalla pelle diversa? L’antropologo Robert Lowie sosteneva che la cultura è un insieme di toppe e di stracci. Ma chi è che mette queste pezze se non le persone, le comunità che sono spaventate dall’arrivo del diverso, di colui che turba gli equilibri? Ma la nostra vita è già contaminata da mille culture diverse…

Se è vero che l’etimologia della parola CLANDESTINO viene da SENZA DESTINO, come possiamo noi non definirci clandestini? Chi sa oggi qual è il proprio destino? O forse l’illusione di avere uno scoglio chiamato patria ci permette di  mettere all’indice coloro che vogliono venire sul nostro scoglio? Possiamo pesare l’utilità della vita di una persona? Se non ha un lavoro, se disturba, se non rispetta le regole è una persona inutile?

Quest’anno il progetto Black Reality è giunto alla sua terza edizione. Dal 2011 si indaga in maniera scomoda, al di fuori degli stereotipi e delle storie compassionevoli il rapporto tra la nostra società e i migranti. Viene proposto in autunno un laboratorio di indagine con persone migranti e italiane, il gruppo si rinnova ogni anno perché le persone sono in transito e le vite sono più veloci della “finzione” del teatro.

Neri si nasce, Bianchi si muore è una riflessione sul varcare la soglia, sull’accettare le regole, qualsiasi esse siano, sulla necessità di nutrirsi di dignità e ospitalità.

Qui trovate il testo completo dello spettacolo Neri si nasce