Laboratorio DAMS

IL TEATRO COME RISOLUZIONE DEI CONFLITTI
E
LUOGO DI INCONTRO

Premessa al lavoro laboratoriale:
L’Italia vive un clima di crescente migrazione e di presenze di mondi, culture e credi diversi che fanno sì che i contesti locali si arricchiscano di lingue, profumi, sapori e colori dalle provenienze più svariate. Nell’attuale quadro sociale, l’incontro con l’altro, con il “diverso”, non è più limitato a episodi sporadici, ma rientra nelle situazioni di vita quotidiana, facendo emergere il carattere stabile dell’immigrazione la quale non si presenta più come un fenomeno transitorio, bensì come una dimensione strutturale della nostra società, che contribuisce a cambiarne i connotati, la fisionomia stessa.

Il fenomeno migratorio rappresenta, dunque, un’opportunità di arricchimento, tuttavia è troppo spesso accompagnato da campagne mediatiche che promuovono la paura e il sospetto per tutte le diversità, diffondendo messaggi che stigmatizzano intere popolazioni sulla base di comportamenti individuali.
Ne consegue una significativa distanza fra popolazione immigrata e popolazione autoctona, una distanza che si traduce in poca conoscenza dell’altro e che, come diretta conseguenza, porta alla paura del diverso in ogni sua forma. L’implementazione di una politica sull’immigrazione, mirata all’inserimento dignitoso di chi vive nel territorio, deve partire dal riavvicinamento di tali distanze anche attraverso la creazione di uno spazio alternativo che permetta di educare sia i giovani che gli adulti alla conoscenza e al rispetto delle diversità che sono entrate a fare parte del nostro quotidiano, per creare uno spirito di accoglienza, mutua accettazione, scambio costruttivo e arricchimento di valori, nonché di compartecipazione e condivisione di spazi (reali e simbolici) ed obiettivi.
L’omologazione, l’annientamento delle diversità, nonché l’incapacità di liberare il potenziale dei cittadini di paesi terzi nell’UE rappresenta un enorme spreco di risorse, sia per i migranti che, più in generale, per la nostra economia e società. C’è un chiaro rischio che il costo della non integrazione risulti superiore al costo di investimento in politiche di integrazione.
L’arte in ogni sua forma (in particolare il teatro, la musica e la danza) può aprire gli angoli ciechi della società ed essere uno strumento efficace per rivelare, criticare e contrastare razzismo, sessismo, xenofobia e discriminazione: le espressioni artistiche e culturali permettono il dialogo tra “mondi” tanto diversi e tanto lontani, in modo immediato, rintracciando somiglianze e differenze, in un luogo simbolico dove si possano risolvere le controversie.
La musica, la poesia, il teatro, la danza e tutte le discipline artistiche hanno giocato da sempre un fondamentale ruolo comunicativo ed espressivo, un luogo privilegiato in cui incontrarsi e dialogare attraverso il simbolico, il corporeo, attraverso la condivisione di momenti creativi. Tutte queste forme espressive rappresentano strumenti fondamentali in mano all’uomo affinché esso possa promuovere esperienze condivise che trascendano il tempo e lo spazio: si tratta di forme artistiche che hanno, sulla nostra emotività, un impatto transgenerazionale e transculturale. Vista la loro enorme potenzialità, tali strumenti ci offrono opportunità uniche per unire rifugiati, migranti e popolazioni ospitanti. Inoltre, la partecipazione a progetti culturali, può creare condizioni di parità per consentire alle persone di diversi contesti culturali di interagire, apprendere e sperimentare alla pari, creando terreno fertile per il “riscatto sociale”.
Ci sembra efficace partire dai giovani, più liberi dalle sovrastrutture che imbrigliano la vita quotidiana della società adulta, per dare avvio ad un progetto che renda possibile ciò di cui abbiamo sin qui discusso: l’importanza della condivisione di obiettivi comuni in un processo creativo, artistico, corporeo, un processo che non ponga rigidi confini tra gli individui, restituendo all’umanità il senso profondo del vivere comune, della condivisione e della fiducia nel prossimo.
Il progetto “Black Reality-Il Teatro come risoluzione dei conflitti e luogo d’incontro” prenderà avvio presso l’Università Roma 3 – DAMS (Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo), proprio per le ragioni poco prima anticipate e che vedono nell’istituzione scolastica l’ambiente in cui si acquisiscono quei valori che ci accompagneranno per tutta la vita e che costruiranno il nostro futuro, un futuro che parte dal personale per poi coinvolgere l’intera collettività.

L’arte, espressa attraverso la propria fisicità, il ritmo, l’armonia dei movimenti del corpo e la propria voce, è qui riconosciuta come fattore essenziale per conseguire gli obiettivi di suddetto progetto (inclusività e autonomia dei destinatari), facendo leva sulla diversità culturale e il dialogo interculturale. Il teatro e la danza diventano catalizzatori della creatività, l’arte e la cultura componenti essenziali delle relazioni umane.

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Il laboratorio è aperto a tutti coloro che vogliono confrontarsi con il lavoro dell’attore, del danzatore e del performer.

Il laboratorio si impegna a creare un gruppo integrato, tra giovani studenti e giovani migranti (ospiti della Coop. Soc. Medihospes Onlus), in grado di condividere la memoria di sé́ e del territorio circostante, che superi le dinamiche quotidiane del conflitto tra gruppi e individui.

Scoprire la propria fisicità e la propria voce in tutte le sue possibilità e potenzialità. Partendo dal Training di Commedia dell’Arte e di Teatro Fisico giungere al lavoro coreografico di Bejart nel Bolero.
Uso della respirazione e della voce per esprimere e narrare la propria corporeità.

La visione contemporanea del lavoro dell’attore, del performer e del danzatore, e la sua proiezione nel quotidiano. Il teatro come gesto artistico di interpretazione del presente e di mediazione sociale.
Al termine del laboratorio è prevista un’azione performativa.

Tutti i Mercoledì dal 6 marzo al 29 maggio per un totale di 12 incontri dalle ore 16:45 alle ore 20:00.
6 incontri intensivi per la fase di creazione performativa.

Gli incontri di laboratorio si terranno presso l’aula Columbus (Via delle Sette Chiese 101/D); eventuali variazioni di orario e luogo potrebbero verificarsi in base ad altre attività dell’Aula.

A cura di : Gianluca Riggi, Valerio Gatto Bonanni, Riccardo Cananiello.

info e prenotazioni : gianluca.riggi70@hotmail.com (inviare richiesta indicando propri recapiti, data di nascita, ed eventuale appartenenza all’Università degli Studi Roma Tre)

progetto :
Black Reality_SemiVolanti in collaborazione con DAMS Università degli Studi Roma Tre,
con il sostegno di Coop. Soc. Medihospes ONLUS